Camellia sinensis

In India si narrava che un monaco buddhista avesse fatto voto di restare sveglio per sette anni di meditazione; ma verso il quinto fu assalito da sonnolenza e riuscì a vincerla masticando continuamente le foglie di un arbusto: il the.

In India si narrava che un monaco buddhista avesse fatto voto di restare sveglio per sette anni di meditazione; ma verso il quinto fu assalito da sonnolenza e riuscì a vincerla masticando continuamente le foglie di un arbusto: il the.
 
Effettivamente il the è uno stimolante del sistema nervoso grazie alla presenza nelle foglie di teobromina, teofillina e caffeina. Ma contiene anche tannino, che ha proprietà astringenti per l’intestino, e per il 5-8 per cento ceneri ricche di calcio, sodio, potassio, magnesio, ferro, rame, fosforo, fluoro e vitamine del gruppo B e, infine oli essenziali che lo rendono diuretico e digestivo. La pianta del the ha foglie sempreverdi, coriacee, di forma variabile secondo le specie coltivate, ma sempre dentate, mentre i fiori grandi e bianchi profumano di gelsomino. È originario dell’Assam e degli altopiani del Tibet e della Cina. In India lo si introdusse soltanto nell’Ottocento e a Ceylon, l’attuale Sri Lanka, la sua coltura ebbe inizio verso la fine del secolo, quando si scoprì che l’isola poteva fornire un tipo di the molto aromatico. Fu dopo la metà del Seicento che la bevanda si diffuse in Europa. Nei primi decenni del Settecento era ancora una bevanda per pochi facoltosi, ma venne presto addottato anche nelle colonie americane, dove si diffuse rapidamente, visto che agli occhi dei puritani era salutare, un’ottima alternativa ai "diabolici liquori". E furono proprio alcune casse di the gettate a mare dalla popolazione in rivolta contro il parlamento inglese, che aveva imposto nuove tasse, a scatenare la rivoluzione americana nel 1773 nel celebre episodio definito poi Boston Teaparty. Informazioni tratte da Florario di Alfredo Cattabiani.


 

 

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