Coffea arabica

La pianta del caffè è originaria della regione di Caffa in Abissinia, da cui giunse a Medina dove venne chiamata qahvaè.

La pianta del caffè è originaria della regione di Caffa in Abissinia, da cui giunse a Medina dove venne chiamata qahvaè. Il caffè contiene vari eccitanti: non soltanto caffeina, ma anche acido clorogenico e colina. La caffeina agisce sul sistema nervoso centrale, eleva il tono del cuore, eccita la funzione respiratoria ed esplica anche un’azione diuretica. Nel Medioevo, del caffè poco si sapeva in Occidente, esso cominciò a diffondersi in Europa soltanto verso la fine del XVII secolo: da Venezia a Vienna, da Parigi a Londra. Nei locali viennesi lo si accompagnava con il Kipfel, un panino a forma di mezzaluna (per ricordare la sconfitta dei Turchi sotto le mura della città), diventato cornetto in italiano e croissant in francese.

La Coffea arabica è specie coltivata e selezionata da diversi secoli. Di questa la più rinomata è la varietà "Moka", coltivata sopratutto in Arabia, i cui grani piuttosto piccoli, hanno un intenso profumo aromatico. Il loro colore caratteristico è il verde rame, mentre la forma è appiattita ed allungata. Altre varietà sono la "Tipica", la "Bourbon", molto diffusa in Brasile, e la "Maragogype", apprezzata per i grani più grossi che produce.
Le piante di Arabica prosperano in terreni dotati di minerali, specie quelli di origine vulcanica, situati oltre i 600 metri di altezza. Il clima ideale deve aggirarsi intorno alla temperatura media di 20°C.
La coltivazione di altre specie è stata introdotta dalla fine dell’Ottocento, a seguito delle malattie che, in diverse regioni, colpirono e decimarono la Coffea Arabica. Da allora si andarono scegliendo e selezionando altre specie in grado di produrre grani da introdurre con successo sul mercato internazionale.

Alcune informazioni tratte da Florario di Alfredo Cattabiani, altre pescate qua e là sulla rete...

Coffea arabica