Ora di utilizzarlo in cucina!
Il cavolo nero è una varietà di cavolo molto comune in Italia: si trovano tracce dell’utilizzo terapeutico di quest’ortaggio fin dall’antichità. Grandi maestri come Galeno, Ippocrate e Catone usavano già il cavolo nero traendone diversi vantaggi. Catone lo considerava uno dei migliori rimedi a uso topico in caso di artrite, ferite, eruzioni cutanee e piaghe. E' una pianta appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, identificata come Brassica oleracea acephala L., varietà palmifolia. A differenza dei cavoli in genere, questa cultivar non produce alcun fiore centrale e le foglie rappresentano l’unica porzione consumabile.
Nel nostro Paese è prodotto e cucinato soprattutto nelle regioni centrali e Centro-meridionali, principalmente in Toscana, Campania e Lazio. Ha un colore verde scuro tendente al viola melanzana e le foglie ben divise sono lievemente bitorzolute e hanno una forma lanceolata. Il suo habitat ideale è un terreno poco argilloso e particolarmente drenante e predilige un clima piuttosto fresco per evitarne la fruttificazione. Va seminato da marzo a giugno, si trapianta da luglio ad agosto, mentre la raccolta inizia in autunno e termina in inverno. Il suo sapore è leggermente amarognolo e terroso.
Il cavolo nero (detto anche kale) rappresenta una delle verdure più nutrienti al mondo, una miniera di antiossidanti (vitamina C, betacarotene e flavonoidi) in grado di contrastare fortemente i radicali liberi. E' un alimento povero di grassi e zuccheri. L’apporto calorico è molto basso (30 calorie circa per 100 gr di alimento) come tutti i cavoli.
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